Paradosso

Ho parlato con franchezza alla mia psicologa di quello che mi stava succedendo, che pensavo di essere una malata immaginaria e che vedevo nel suicidio l’unica via d’uscita. Ha cercato di spiegarmi che qualsiasi sintomo doloroso, per quanto amplificato dalla psiche, deve sempre per forza avere una base fisica, e che nel mio caso ci sono delle evidenze scientifiche, delle condizioni patologiche riconosciute dai medici, e che quindi è impossibile che il mio dolore sia inventato da me. Non è riuscita a convincermi completamente. Non nel senso che io le credessi solo in parte, ma che una parte di me le credeva al 100% e un’altra allo 0%. Come il gatto del paradosso di Schroedinger, che è contemporaneamente sia vivo che morto.
Le ho detto anche che, se in passato l’idea di far soffrire i miei cari mi aveva sempre impedito di compiere gesti estremi, ora non è più così, che inizialmente avrebbero pianto ma poi se ne sarebbero fatti una ragione, che per quanto i miei nipoti mi amino possono crescere anche senza la zia, che se fossi morta per tumore nessuno mi avrebbe incolpato per non essere riuscita a sopravvivere e avergli involontariamente causato dolore, e che per la depressione non era diverso. Mi ha stupita la sua reazione, non pensavo si sarebbe preoccupata tanto. Forse perché mi ha vista così determinata e “lucida”, per quanto possa esserlo un folle. Ha cercato di convincermi che per chi vive un lutto non è indifferente il modo in cui chi amiamo ci ha lasciato, ma questo non mi ha fatto venire nessun senso di colpa: non è colpa mia infatti, ma della mia malattia, se voglio morire. Mi ha chiesto di prometterle che prima di farmi del male (non ha usato la parola suicidio, non so se per pudore o altro) l’avrei chiamata. Le ho detto di no, che quella della morte era una cosa mia, solo e soltanto mia, e che non volevo condividerla con nessuno.
Però parlare con lei mi ha molto alleggerita, sono riuscita a confinare i pensieri brutti e a cercare di far finta che non esistono, anche se li sento dentro di me così forti che mi sembra di poterli vedere.

:’-(

i dolori alla schiena sono tornati insopportabili. ieri sera dopo tanto tempo ho desiderato di nuovo di morire. sono stata sopraffatta da tanto male, da tutto il tempo passato a sopportare, dalla convinzione che non riusciranno a trovare causa o rimedio, dalla consapevolezza che questo dolore mi accompagnerà per ogni giorno della mia vita. è stato troppo. stamattina sono un po’ più tranquilla, riesco a tenere questi pensieri in un angolo nascosto della mia testa, fare finta che non esistano, vivere il presente cercando non tanto di trovare un senso quanto di sopportare, di non farmi vincere. ho ricominciato con i cerotti e in pausa pranzo prenderò un antidolorifico. è davvero possibile vivere così? è davvero possibile rimanere sani di mente?

Vorrei avere il cancro

Lo so che molti penseranno che sono una stronza leggendo questo post ma è la verità. Se hai il cancro non devi nasconderti, non devi vergognarti, non devi far finta di stare bene, puoi dirlo apertamente e nessuno ti giudica, nessuno ti incolpa, tutti capiscono che stai male. Se sei malata di mente invece non puoi dirlo a nessuno, perché penserebbero cose sbagliate, anche senza cattiveria magari, ma per pura ignoranza. Se hai il cancro o vinci o perdi, o guarisci e stai bene, o muori. E quando soffri di depressione quest’ultima ipotesi purtroppo non ti sembra nemmeno così brutta. Anzi, arrivi a desiderare la morte più di qualunque altra cosa. Come me oggi. Come me tanti altri giorni, così tanti che non riesco a contarli.